Sembra di camminare a piedi scalzi nel bosco, di sentire il ronzio degli aerei da guerra e di ballare alla festa del paese, insieme a loro – Tomaso, Renata, Mariano e Mimmì.

Meglio della realtà virtuale, di un mondo modellato in 3D, ascoltare le frasi spezzate, interrotte dal sopraggiungere dei ricordi, tremolanti e forti di emozioni, ti fa spuntare e poi crescere intorno una parte di mondo che è stato.

Clicca su play per ascoltare le Voci di Calamecca, scorri sotto la fotografia per leggere la trascrizione dell’audio. Ma è meglio ascoltare. (montaggio audio Patrizio Spadoni)

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Simonetta: Calamecca, piccolo borgo medievale in mezzo ai boschi della montagna pistoiese, ha un fascino senza tempo, fra il blu del cielo e il verde dei castagni, le sue pietre come i suoi abitanti hanno visto guerra e pace.

Distrutta più volte da eserciti e ogni volta ricostruita con tenacia, Calamecca porta ancora oggi i segni della sua storia nei racconti di coloro che vi hanno speso la vita. Nelle loro parole c’è l’angoscia della morte, ma anche tutta l’insopprimibile forza della vita, che vince tutto e riesce a sorridere nonostante tutto…

Tomaso: Eh… la guerra ragazzi…

Renata: E il babbo diceva “basta che si resti vivi tutti noi”…

Mariano: Arrivò un aeroplano… vvvvvhhhh e… era tutto incendiato…

Tomaso: Io partii scalzo di lassù a piedi, sul monte quasi, scesi giù nel fiume e risalii fino lassù all’aeroplano…

Mariano: E la mi’ sorella mi portò là, ma ragazzo io, piccolo, si guarda in qua e là, e andai a rifinire addosso a un morto, era steso, era lungo 80 cm perché era bruciato… e da allora ho sempre avuto paura

Tomaso: Dopo la Guerra guardavano a queste cose, se c’avevi dinamiti e roba, ci fu uno che gli trovarono una bomba, sul comodino, e lui la doveva aver consegnata e invece l’aveva sempre lì sul comodino! Fatto sta che lo infilonno in prigione, e in prigione lui imparò il mestiere a far corbelli di damigiana, fecero questa società per fare questi corbelli e tutto il paese faceva i corbelli… la corbelleria insomma!

Renata: No, non c’era da scialare tanto come ora sui tavolini da pranzo… Eravamo contenti

Mimmì: Quando s’era ragazzine la prima cosa era, si ballava lì, alla Rossa, dal mi’ zio Corrado, fino alle 3!

Tomaso: Una fisarmonica, si comperò la batteria addirittura, e questa batteria per accompagnare la fisarmonica si suonava un po’ per uno, ma insomma alla meglio la gente ballava

Renata: Eravamo in tanti a Calamecca nel dopoguerra, mamma mia! Tutti i paesani. Dopo qui non c’era lavoro, cominciò a anda’ via uno poi dopo faceva andare via anche quell’altro… vieni giù c’è il lavoro lì, c’è il lavoro là

Mariano: Quando sono arrivato nella piazza ci sono due belle fontane, l’unica cosa che mi venne in mente è di andare a bere a questa fontana… il sapore di quest’acqua, che per sei anni bevendo l’acqua di Parigi…non è… a me quest’impressione non l’ho più ritrovata in vita mia..