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Arrivando nella Piazza sulla sinistra si trova la Fontana, in pietra serena, formata da una vasca rettangolare detta “pillone”, con volta ad arco a tutto sesto – sulla cui chiave è scolpito lo stemma mediceo, e da una vasca più piccola che serviva ad abbeverare gli animali. A dimostrazione della sua importanza per la vita  della comunità, lo Statuto di Calamecca del 1526 le dedica un intero capitolo, il secondo, vietando a chiunque di danneggiarla, sporcarla, rompere il condotto dell’acqua e stabilendo severe sanzioni per i contravventori:

Item ordiniamo, per vietare ogni inconveniente et danno alla fontana, che per l’avenire nessuno homo, overo donna, fanciullo, siano arditi a danneggiarla, rompendo il condotto, mettendo sporcitia nella pila o nel condotto in detta pila lavando brutture, overo presso a detta braccia tre. Caschi in pena per ciascheduna volta, chi contra farà, di lire dua…”.

Dietro la fontana, guardando in alto, vedrete una targa affissa sulla parete di una casa. Questa targa ricorda un illustre calamecchino: il “pretino” di Calamecca Pietro Contrucci.

A sinistra della fontana nel 1921 fu eretto il monumento ai caduti della Prima guerra gondiale, realizzato dal calamecchino Cherubino Cioletti. Anch’esso in pietra serena, è formato da gradini che sorreggono un parallelepipedo e un obelisco terminante con una stella a cinque punte. Sulla lapide di marmo sono incisi i nomi delle vittime: Gaggini Rinaldo, Pelleschi Arduino, Donatini Arturo, Pelleschi Giuseppe, Ottari Giuseppe, Ducci Alberto.

Dalla piazza potrete entrare nel borgo passando sotto l’arco medievale – la porta settentrionale dell’antico castello di Calamecca, l’unica rimasta. Ai lati della porta sono murate due targhe: sulla sinistra quella in ricordo delle 15 vittime delle truppe nazifasciste del settembre 1944, sulla destra quella in onore dell’eroe fiorentino Francesco Ferrucci, che a Calamecca trascorse la sua ultima notte precedente la battaglia di Gavinana.

Se invece preferite fare il giro “al contrario” prendete la strada in pietra che sale fino alla Verginina, e svoltando a destra in via del Borghetto arrivate al nostro piccolo “museo” della vita contadina, e poi proseguite per le vie del borgo.